(15 novembre 2023) Al via la squadra di calcio composta da giovani migranti ospiti del Cas di via Mattei. Giocherà al Centro sportivo “Pier Paolo Bonori” di Bologna, che da qualche anno si sta affermando come il punto di riferimento a Bologna per lo sport inclusivo.
Non solo rugby dunque al Bonori, il Centro sportivo alla periferia Nord di Bologna, sul quale gravitano gran parte delle società rugbistiche bolognesi, con oltre 600 atleti, da tempo è protagonista con iniziative e progetti riguardanti lo sport inclusivo, veicolo di accoglienza e integrazione, con discipline che oltre al rugby vanno dal calcio alla pallavolo, dal tiro con l’arco al frisbee, dallo skate all’atletica pesante.
Di questi giorni la novità, nata da un’idea del Bologna Rugby Club, gestore e anima del Centro sportivo del Comune di Bologna (Quartiere Navile), che accogliendo un desiderio della scuola Penny Wirton di Bologna, e con il supporto dell’Associazione Famiglie accoglienti, è riuscito nell’intento di creare una squadra di calcio composta dai ragazzi ospiti del Cas (Centro di accoglienza straordinaria) di via Mattei.
Al primo allenamento hanno partecipato attivamente una quindicina di ragazzi, perlopiù neo maggiorenni provenienti dall’Africa Sub Sahariana Occidentale, ma già nella prossima settimana il numero degli atleti – già selezionati – dovrebbe assestarsi intorno alle 35/40 unità.
Francesco Paolini, presidente del Bologna Rugby Club: “L’idea di creare una squadra di calcio composta dai ragazzi ospiti del Cas è nata nel luglio scorso in occasione dei Giochi antirazzisti, che per il secondo anno abbiamo ospitato presso il Centro sportivo.
Tra le tante squadre partecipanti all’evento, iscritte al torneo di calcio, due erano composte dai ragazzi del Cas che frequentano la scuola d’italiano Penny Wirton. Mi ha colpito la loro voglia di confrontarsi e integrarsi con altre realtà attraverso lo sport. Due di questi sono poi venuti a giocare a rugby, anche se ho capito che vedevamo il calcio – sport più popolare tra di loro – la chiave di volta della loro integrazione. Poi, chiacchierando con Vittorio Lussu, insegnante volontario della Penny Wirton, e con l’aiuto dell’Associazione Famiglie accoglienti di Bologna, tramite Cristina Caravita e Fabrizio Tonello, l’idea iniziale ha preso corpo. Trovato un tecnico disponibile – Daniele Pietro Bianco di Ali Rosanero – siamo così partiti. Come Bologna Rugby li ospitiamo gratuitamente al Centro, ma stiamo cercando anche di trovare soluzioni, con le “Famiglie accoglienti”, per le dotazioni tecniche, le assicurazioni e i trasporti”.
Vittorio Lussu, insegnante della scuola Penny Wirton di Bologna “Siamo un gruppo di volontari, e offriamo ai migranti lezioni gratuite di lingua italiana presso la Sala Borsa. Non è una vera e propria scuola, non ci sono classi, voti e burocrazie: l’obiettivo primario è quello di aiutarli ad integrarsi nella società attraverso la conoscenza della lingua.
Portammo noi le due squadre di calcio ai Giochi antirazzisti, la “Penny Doc” e la “We Are the World”, che si classificò seconda. Fu una sorta di premio, riservato ai ragazzi che si dimostrarono più collaborativi e volonterosi. E così è ora per la squadra che si allena al Bonori, composta in gran parte da chi frequenta con regolarità la scuola d’italiano e cerca d’integrarsi. Si tratta di ragazzi dell’Africa Sub Sahariana Occidentale, molti provenienti dal Mali, ma con una buona rappresentanza anche di nazioni come Gambia, Senegal, Nigeria, Liberia, Guinea, Benin e Angola. Pochi i nordafricani, solo qualche ragazzo del Marocco. Tra di loro parlano bamanankan, la lingua franca dell’Africa occidentale, e, i pochi che sono andati a scuola, un po’ di francese, inglese o di portoghese. Comunque, riferito alla squadra di calcio, l’obiettivo è quello di dare ai ragazzi un’opportunità di praticare sport in modo più strutturato e soprattutto continuativo, e di farli uscire dal Cas, come avviene per la scuola d’italiano. Il gruppo è di fatto lo stesso che vediamo ogni settimana a lezione.
Cristina Caravita, in rappresentanza del Associazione Famiglie accoglienti di Bologna. “Siamo un gruppo di famiglie operative a Bologna, Torino e Como che, grazie anche ai tutori volontari dei minori non accompagnati, ospitiamo i migranti nelle proprie case come tappa finale nel percorso di integrazione e autonomia degli stranieri in Italia. Con il Cas e la Penny Wirton collaboriamo da tempo anche nell’ambito del progetto Vesta della Cooperativa sociale CIDAS. Conoscevo il Centro e la predisposizione al “sociale” del Bologna Rugby e delle società sportive che gravitano sul Bonori, che vedono lo sport come un fondamentale strumento d’integrazione. Uno dei ragazzi della squadra – l’unico per ora – ha già completato con successo il percorso, e dopo l’accoglienza in famiglia ora lavora, si mantiene e ha comprato pure una piccola auto. Gli altri sono invece ad inizio percorso e hanno bisogno di tutto. Dai biglietti per il bus all’assicurazione sanitaria fino all’abbigliamento sportivo per partecipare agli allenamenti e giocare. Per far fronte alle spese per ora utilizziamo parte delle quote associative al Coordinamento (e dunque pagate dalle famiglie stesse), ma con l’aiuto e i contatti del Bologna Rugby e degli altri volontari, speriamo di trovare presto un assetto più stabile.
L’allenatore Daniele Pietro Bianco. “Quando mi hanno proposto di allenare i ragazzi ho accettato immediatamente. Faccio parte di Ali Rosanero (l’associazione che riunisce i tifosi del Palermo Calcio), e al “Bonori” abbiamo la sede. Con il Bologna Rugby collaboriamo sul progetto “Sport inclusivo” e anche se amiamo sport diversi, condividiamo gli stessi valori: lo sport deve essere uno strumento d’integrazione e inclusione. Non avevo dubbi sulla “missione” (allenare ragazzi che sanno poco di calcio e solo gli elementi base della lingua italiana è impegnativo), ma appena ci siamo incontrati sul campo, e ho visto nei loro occhi la voglia di riscatto, il desiderio d’integrarsi, di sfruttare questa occasione per “sentirsi italiani”, sono stato ancor più felice di aver accettato.
Racconto un episodio sul primo allenamento: tre di loro, due infortunati e uno dei rugbisti, se ne stavano a bordo campo, ascoltando musica. Ad un certo punto è partita a tutto volume la canzone “L’Italiano” di Toto Cutugno. Devo ammettere che all’inizio – come tutti – ho sorriso, tanto sembrava anacronistica la strofa “sono un italiano vero” cantata da neo-migranti, molti dei quali ancora senza permesso di soggiorno, poi mi sono commosso. Credo che la forza della neonata squadra sarà questa, indipendentemente dalle qualità calcistiche: la determinazione. Hanno una gran voglia d’integrarsi, di far parte della Nazione che li ha accolti, e sono disposti a dimostrarlo con l’impegno, nello studio e nello sport.”
La neonata squadra, dal punto di vista sportivo, completata la preparazione fisica e dopo aver consolidato le base tecniche del calcio, inizierà l’attività agonistica, partecipando a tornei amatoriali inizialmente all’interno del quartiere Navile, e poi, se le qualità cresceranno, a qualcosa di più ufficiale e strutturato.