(5 agosto 2022) Lorenzo Cirri è il nuovo allenatore dei trequarti e della squadra cadetta del Bologna Rugby Club. Con Cirri si completa la nuova terna di allenatori della società felsinea: affiancherà l’head coach Francesco Brolis e l’allenatore degli avanti Massimo Sandri.
Cirri è una vecchia conoscenza del rugby bolognese, in quanto allenatore della squadra e responsabile del settore femminile prima del Felsina e poi Rugby Bologna 1928 per quattro anni (dal 2012 al 2016), società con la quale ha raggiunto una semifinale scudetto nel campionato di Serie A e una finale del Campionato nazionale con la Under 16.
Cirri è stato anche responsabile tecnico del Rugby Sesto Fiorentino, della Rugby Union Versilia, ha collaborato con la nazionale Lituana femminile 7s come “skills coach” e nelle ultime stagioni è stato allenatore de Le Puma Bisenzio, sempre nel settore femminile. Nel settore maschile ha allenato le giovanili a Prato, la Cadetta dei Cavalieri Prato negli anni d’oro e il Sesto Fiorentino.
Nato a Prato, ex mediano di mischia, Cirri è uno dei tecnici più preparati in Italia e tra i pochi ad avere il brevetto internazionale di III livello (IRFU Stage 3 Coaching Course), conseguito alcuni anni fa in Irlanda.
Lorenzo, cosa ti ha riportato a Bologna?
Dopo l’esperienza con la femminile, sono rimasto in buoni rapporti e amicizia con molti dirigenti del Bologna. Quando Lucio Bini ha saputo che avevo concluso la mia esperienza con il Bisenzio mi ha chiamato, proponendomi il ruolo di allenatore dei trequarti e responsabile della Cadetta. Ho accettato con entusiasmo: il Bologna da tempo pratica un rugby dinamico, con trequarti veloci e forti fisicamente, sarà un’esperienza molto stimolante. Desideravo allenare di nuovo una squadra maschile e avevo voglia di tornare sui campi da gioco la domenica.
Quali sono le maggiori differenze tra il rugby femminile e quello maschile?
Come dico sempre, il gioco è lo stesso. C’è invece una grande differenza a livello di comunicazione. Con le ragazze è indispensabile avere un approccio che preveda più attenzioni, bisogna spiegare, parlare, ascoltare. Credo comunque che siano qualità, che ho affinato in questi anni, utilissime anche con i maschi, magari coi più giovani, che hanno bisogno di comprendere e confrontarsi per fare gruppo, per crescere tecnicamente.
A proposito di tecnici, come è il tuo rapporto con Francesco Brolis e Massimo Sandri?
Massimo lo conosco come giocatore, quando io allenavo la femminile lui giocava ancora nel Bologna. L’ho risentito in questi ultimi anni quando ha allenato le ragazze a Colorno e poi Emilya Rugby. Con Francesco ha parlato al telefono e presto ci vedremo per impostare il lavoro. Ricordo di aver fatto insieme uno corso di aggiornamento tecnico. Sarà lui come head coach a definire obiettivi tattici e strategici e modelli di gioco, ma da quel poco che so abbiamo un’idea del rugby molto simile. Non ho dubbi che ci troveremo bene e che potrò portare la mia esperienza in modo proficuo per tutta la Società.
Qualche nostalgia degli anni a Bologna. Ti piacerebbe che il Bologna riaprisse il settore femminile, magari partendo dalle ragazze più giovani?
Assolutamente sì, sarei felicissimo di contribuire alla ricostruzione di un percorso per la riapertura del settore femminile a Bologna. Partendo dalle ragazze nelle scuole, con le giovanili. Se la Società me lo chiedesse, accetterei senza dubbi.
Conosci il rugby – anche internazionale – come pochi in Italia, a quale scuola ti ispiri come allenatore, o, per le caratteristiche di gioco, a quale atleta?
Per affinità personali e tecniche sicuramente la scuola irlandese. L’Irlanda è un’idea, una scuola molto riconoscibile. La nazionale irlandese di questi ultimi anni è fortissima, e anche cambiando i giocatori, la squadra nel suo insieme non cambia: sempre efficace e determinata.
E in Italia?
Tornando al femminile, Andrea Di Giandomenico (allenatore Italia femminile) è uno degli allenatori più prepararti in assoluto. Sta facendo benissimo Massimo Brunello (allenatore nazionale Under 20 maschile) e un gran lavoro è anche quello di Diego Saccà (nazionale 7s femminile e U18) .
E gli atleti che preferisci?
Jonathan Sexton, l’apertura dell’Irlanda e del Leinster, è il numero 1, anche se tecnicamente credo che il miglior trequarti in circolazione sia Emily Scarratt (la fuoriclasse inglese già World Rugby Player of the Year nel 2019).