Andrea Nervuti sul Corriere dello Sport / Stadio del 13 ottobre 2022
Matteo Carassiti alla guida del Giallo Dozza: «Un cambio all’insegna della continuità»
Come già anticipato qualche giorno fa nel corso della presentazione della nuova stagione rossoblù, il Giallo Dozza, squadra patrocinata dal Bologna Rugby e composta interamente dai carcerati del penitenziario bolognese, ha cambiato il proprio vertice societario. Da Francesco Dell’Aera il ruolo di presidente è ufficialmente passato nelle mani di Matteo Carassiti, socio di Illumia e ceo di E-Wide.
IL PERCORSO PROSEGUE. Da sempre legato a questo progetto, il neo numero uno non ha nascosto un po’ di emozione per la prestigiosa nomina ricevuta: «Non ho mai giocato a rugby, ma sono padre di due rugbisti e conosco l’alto valore formativo di questa attività», ha dichiarato Carassiti. «La collaborazione tra Illumia e Giallo Dozza nasce da molto lontano e certamente proseguirà ancora. Con il mio nuovo incarico intendo dare continuità al progetto portato avanti sin qui da chi mi ha preceduto, con l’obiettivo di offrire una seconda opportunità a questi ragazzi».
ESPERIMENTO RIUSCITO. I dati, d’altronde, parlano chiaro: il tasso di recidiva tra gli ex “carcerati-rugbisti” non arriva al 5%, contro una percentuale generale nazionale che oltrepassa quota 60. Il merito è riconducibile alla disciplina imposta da questo sport, motivo per il quale anche altri penitenziari si stanno allineando al progetto. A Torino, per esempio, esiste già qualcosa di molto simile da diverso tempo, mentre nella vicina Ferrara si sta lavorando da anni per mettere in piedi una squadra interamente composta da detenuti che possa confrontarsi sul campo con altre società
rugbistiche.
PERCHÉ GIALLO? Chiudiamo con una curiosità. Il nome nasce da una lungimirante intuizione del dirigente rossoblù Carlo Castagnola e rappresenta una perfetta metafora della vita: nel mondo ovale, infatti, il cartellino giallo si sventola nei confronti di chi commette una grave irregolarità e si traduce in una temporanea espulsione di 10 minuti, ricalcando appieno la condizione del detenuto e il valore rieducativo della pena. Funzione sociale in primis, dunque, ma anche solida realtà sportiva, visto che dalla stagione 2014-2015 la squadra gioca abitualmente nel campionato di Serie C (caso unico in Italia) e che sabato pomeriggio inizierà la stagione 2022-2023 affrontando proprio la cadetta del Bologna all’interno delle mura della casa circondariale.
Andrea Nervuti