(26 febbraio 2025) Guglielmo, Nicolas e Demetrio: 60 anni in tre, sono oggi la colonna portante della prima linea bolognese.
Compagni di squadra da anni, nelle ultime stagioni, prima con Rugby Bologna 1928 (dove sono cresciuti) e poi con il Bologna Rugby Club, sono stati il punto fermo della prima linea felsinea nelle giovanili.
Tra il finire della scorsa stagione e l’inizio dell’attuale, il trio è stato spesso protagonista anche in prima squadra, in serie B, dimostrando una maturità precoce per il ruolo che ricoprono.
Conosciamoli meglio.
Demetrio Vilasi, vent’anni, 100 chili per 183 centimetri di altezza, gioca nel ruolo di pilone sinistro. Studente universitario (Architettura), è il più “anziano” dei tre. Dinamico e dal fisico scolpito, ha debuttato nel campionato di serie B nel 2023 e dal 2024 ha spesso giocato titolare.
Guglielmo Bernardi, vent’anni nel prossimo agosto, gioca tallonatore ma alla bisogna anche pilone destro. All’Università frequenta Scienze infermieristiche. Fisico di forte impatto (110 chili per 175 di altezza), ha debuttato in prima squadra alla fine della scorsa stagione e in questa è una presenza fissa in mischia.
Nicolas Bonini, pilone a tutto tondo (gioca a destra ma anche a sinistra), 110 chili per 178 cm, vent’anni appena compiuti, come Bernardi ha debuttato alla fine della stagione scorsa, per poi giocare quasi sempre in prima squadra. Atleta a tutto tondo (nuoto agonistico e karate, dove da bambino è stato campione italiano), è arrivato al rugby tardi, a 15 anni. Dinamico e generoso, e quello forse più cresciuto in questa prima parte di campionato.
Giocate in prima linea e ricoprite ruoli nei quali generalmente si matura più avanti con gli anni, dato che l’esperienza conta tanto. Come ci siete arrivati in prima squadra?
Bernardi. Era il mio obiettivo. L’avevo in testa fin da piccolo. Volevo giocare in prima squadra! Sono determinato, “feroce”, e ho avuto bravi maestri.
Bonini. Ho avuto un approccio più tranquillo: sono molto disciplinato, costante negli allenamenti e sempre concentrato sugli obiettivi. Devo tanto a Elia Navarra (allenatore Under 16/18 e dei trequarti della seniores), che nelle giovanili “mi ha cresciuto” come atleta e come persona. Se il rugby è ora il mio sport, lo devo a lui.
Vilasi. Credo sia contato molto il fatto che non mi tiro mai indietro, anche nelle situazioni più difficili. Guardo avanti, oltre l’ostacolo. Anche quando ho debuttato in prima squadra, giovanissimo, due anni fa.
In poche parole, quali sono le vostre migliori qualità?
Bernardi. L’aggressività in campo, la determinazione.
Bonini. L’umiltà e il rispetto, la voglia di imparare da chi ha più esperienza.
Vilasi. Sono un bravo ball carrier, anche se faccio qualche “avanti” di troppo.
Qual è il riferimento tra i compagni più esperti, o tra i coach che vi hanno allenato negli anni, che più vi hanno aiutato, o vi aiutano?
Bernardi. Navarra, che mi ha allenato fin dall’Under 16, è stato determinante. Per il mio ruolo, nello specifico, dai compagni di squadra Federico Silvestri e Arturo Lanzano sto imparando tanto: sono esperti, hanno giocato ad altissimi livelli. Più in generale, anche Giovanni Visentin e Filippo Schiavone.
Bonini. Navarra! Come ho detto, è stato determinante. Oggi, tra gli allenatori, direi Fiorenzo Ghermandi e Flavio Fadanelli (allenatori della mischia). Tra i compagni di squadra – per il mio ruolo – sicuramente Silvestri e Lanzano.
Vilasi. Navarra anch’io e Fabio Fava (che ha allenato la mischia fino all’anno scorso): i miei coach delle giovanili. Mi aiuta tanto e mi fa star bene anche giocare con i miei compagni di quando ero più piccolo, come Bernardi, Bonini e Denis Amico.
Quali sono i prossimi obiettivi, personali e sportivi?
Bernardi. Punto ad essere titolare in prima squadra, sempre.
Bonini. Continuare a giocare e a divertirmi.
Vilasi. Divertirmi. A rugby si gioca perché ci si diverte.
L’ultima domanda – non programmata – a questo punto va Elia Navarra.
Sembra proprio che i ragazzi ti adorino, e che riconoscano in te il merito di averli fatti crescere come rugbisti e come persone. Lo sapevi?
Navarra. Mi fa molto piacere, anche se il merito è quasi totalmente loro. Sono dei bravi ragazzi, e pensare che quando li ho visti la prima volta non mi sembrarono particolarmente dotati per il rugby, almeno non più di altri. Poi, invece, si sono impegnati tanto, hanno una spiccata etica del lavoro, ognuno a modo proprio sì, ma li accomuna l’approccio positivo e serio allo sport. Sanno ascoltare e imparano in fretta: io li ho solo aiutati a far emergere le loro qualità, a crederci e a consolidare la loro voglia di crescere, di arrivare. Bravi loro, se lo meritano!