(23 dicembre 2021) Dopo sei intensissimi anni trascorsi nella città petroniana, l’atleta del Bologna Rugby Club, Alessandro Signora, parte per una nuova avventura. Lascia la città, la Società e, forse, il rugby giocato.
Veronese, rugbista di ottimo livello (18enne in serie A nel Cus Verona e con diverse presenze nelle selezioni azzurre di rugby a 7) è stato per il Bologna Rugby uno dei giocatori più forti di quest’ultimo lustro, contribuendo con le tante mete segnate e il ruolo di allenatore per le giovanili a far crescere il livello tecnico della Società.
A 26 anni è presto per abbandonare il rugby. Come mai questa decisione?
Non è un vero abbandono, piuttosto una pausa. Ad ogni cosa che faccio: sport, studio o lavoro, cerco sempre di dedicare il giusto tempo, pertanto, a volte è necessario fare delle rinunce per mantenere alta la qualità. Vedremo. Ora non so quanto potrò dedicarmi alla palla ovale. In questi due ultimi anni mi sono laureato (laurea magistrale in geofisica applicata), ho superato l’esame di Stato come geologo, ho avuto un assegno di ricerca al Dipartimento di Fisica dell’Università di Bologna e credevo davvero di restare nella città che mi ha accolto.
E poi, che cosa è successo?
È passato il famoso treno che passa una sola volta nella vita. Tramite l’Università di Milano e un’importante multi-utility italiana ho avuto un incarico triennale come dottorando ricercatore, e per di più nel settore che desideravo, quello dell’idrogeofisica applicata. Già nei prossimi giorni mi trasferirò a Milano, che sarà la mia nuova casa, anche se parte del lavoro si svolgerà nel Bresciano. Non vedo l’ora.
E il Bologna Rugby?
Sono grato alla Società. Molto. Ringraziare pubblicamente il Bologna è il minimo che possa fare. Quando arrivai quasi ventenne in città per studiare (in uno tra i migliori dipartimenti di geologia italiani), il Rugby Bologna 1928 mi accolse senza indugio, mi diede un tetto ed aiuti concreti, permettendomi di studiare e giocare a rugby in serenità. E poi i compagni di squadra, amici e compagni di vita, molti “universitari fuori sede” come me, e i dirigenti. Grazie a tutti di cuore. Senza di loro sarebbe stato tutto molto più difficile.
Dunque, vita facile a Bologna…
Facile facile no, sono stati sei anni intensi. Bologna è accogliente e ci si diverte, ma di tempo libero ne ho avuto poco tra lo studio e gli impegni serali di tre-quattro ore sui campi di gioco per insegnare ai ragazzini e ad allenarmi. La domenica in campo. Una buona palestra di vita, dove ho imparato cosa vuol dire il sacrificio, l’impegno, il sostegno. E non sto parlando solo di rugby.
E per il lavoro? Non dirmi che anche quello te l’ha trovato il Bologna Rugby.
No, quello no, almeno non direttamente, anche se ho scoperto che tra rugbisti ed ex esiste un patto non scritto di reciproco aiuto anche nel mondo del lavoro. Grazie al rugby si creano connessioni interessanti, una sorta di rete tra professionisti e imprenditori che indubbiamente aiuta.
Come vedi il Bologna rugby oggi?
Una bella squadra, con tanti giovani che stanno facendo esperienza. Il gruppo è ben assortito e le possibilità di fare il salto in serie A ci sono. Il Bologna Rugby Club deve essere considerata una meta ambita per i giovani rugbisti che vengono a studiare a Bologna. Auguro a tutti di sfruttare a pieno le opportunità offerte da questa splendida città e dalle sue realtà migliori, come il Bologna Rugby Club.