(5 agosto 2023) Federico Soavi, l’atleta in attività con più presenze nel Bologna Rugby, in queste ultime 13 stagioni – sempre in prima squadra e spesso capitano – ne ha viste di tutti i colori.
Ormai sei la bandiera del Bologna Rugby…
In effetti sono l’unico, dello storico gruppo di amici che arrivarono dall’under 19 del CUS Bologna, a giocare ancora. A parte Elia Navarra, che ora allena l’under 18 e skill coach dei trequarti, gli altri hanno tutti smesso. Almeno con il rugby giocato. I più si sono trasformati in “supertifosi”, vengono a vedere le partite e poi passiamo la serata insieme.
Mentre tu resisti. Nella passata stagione sei sempre stato in campo nonostante i tanti acciacchi e le difficoltà oggettive – sul finire del campionato – di una rosa molto stretta. Sei stato indubbiamente la bandiera del Bologna Rugby Club.
Nella stagione passata è stata dura. Con un turnover praticamente inesistente abbiamo stretto i denti in tanti – non solo io – ma non mi ha pesato. E poi ero il capitano, che dev’essere guida ed esempio per i compagni. Non esiste che il capitano si faccia prendere dallo sconforto e molli i compagni nei momenti di difficoltà. Ripeto, non è stato un sacrificio e le difficoltà le ho affrontate con il sorriso.
Quanto conta per te l’amicizia all’interno di una squadra?
Tanto. E’ fondamentale. I legami che si formano tra compagni di squadra vanno oltre alle prestazioni sportive e al rugby, spesso restano tutta la vita.
Ad esempio, continua anche nel mondo del lavoro?
Esatto. Già negli anni dell’Università ho iniziato a lavorare come giardiniere nella ditta di un compagno di squadra. All’inizio quasi per gioco e poi ho continuato per quattro anni. Ad oggi – poi – sono cinque anni che lavoro con un altro compagno di squadra che ha una ditta che vende protesi ortopediche. Dal rugby al lavoro il passo è breve, e la fiducia e l’amicizia sono determinanti.
So che tra i nuovi ritroverai un amico, Andrea Balsemin.
Siamo coetanei e ci conosciamo fin da ragazzi. Io nel Bologna e lui nel Pieve. Quasi sempre contro, a parte le selezioni regionali. E’ un grande atleta e una persona squisita. Sono molto contento di giocare insieme ad Andrea nel prossimo campionato.
Allora hai intenzione di continuare a giocare…
Ho 32 anni. Non mi sono mai dato dei limiti. Direi che per ancora dieci anni posso continuare… (pausa) … anche se i trequarti non arrivano quasi mai al limite federale per l’attività agonistica dei 42 anni. Comunque, ho intenzione di giocare ancora “un po’”. Almeno finché mi diverto e sono motivato.
Nell’imminente stagione mi pare che le motivazioni e le sfide da affrontare non manchino. Tanti nuovi e importanti giocatori.
Sono contentissimo della scelta della Società di potenziare il parco atleti con giocatori di primo livello. E’ un beneficio per tutti noi. Penso ai più giovani ma anche ai veterani, tutti abbiamo da imparare, e avere al proprio fianco atleti di livello, può solo essere uno stimolo a far meglio.
Timori per la concorrenza? Ci sarà meno posto in squadra. Qualcuno rischierà di fare della panchina.
Lottare e impegnarsi per avere un posto in squadra, da titolare, è uno stimolo a dare il proprio meglio, a rimettersi in gioco, ad uscire dalla zona di comfort. Capisco che, per chi è abituato a giocare sempre, magari 80 minuti a partita, partire dalla panchina può essere potenzialmente destabilizzante, ma dalla mia esperienza è solo un bene. In questi ultimi due mesi, tra tornei Seven e Beach Rugby, abbiamo giocato con atleti di categorie superiori e molti di noi si sono messi in discussione, hanno capito che occorre sempre dare il meglio per progredire. Credo proprio che nei test di precampionato e nei primi turni del girone tutti daranno il massimo per meritarsi il posto nel primo XV. Una sana e stimolante competizione. L’altro aspetto fondamentale, avendo ora una rosa ampia e di qualità, è il turnover. Specie in mischia, ma non solo, ora abbiamo la possibilità di cambiare nel corso della partita i giocatori in campo, mantenendo alte le prestazioni.
Hai chiuso il campionato con la fascia da capitano: nel prossimo?
Mi sono trovato bene in campo da capitano, è una grande responsabilità nei confronti dei compagni e della società. Devi capire quando parlare e quando tacere. A volte basta guardare negli occhi i compagni per comprendere cosa fare per superare i momenti di difficoltà.
Per il futuro deciderà l’allenatore. Francesco (Brolis) sa che sono disponibile ma se deciderà per un altro non sarà certo un problema. Sono al servizio della squadra. Tra i nuovi ci sono in effetti atleti di grande esperienza e carisma. Magari farò il vice, come mi è spesso capitato in passato, oppure gioco e basta, che non è poco.
Qual è il tuo ruolo preferito in campo?
Fin da ragazzino ho giocato estremo, ed è il ruolo nel quale mi trovo più a mio agio. Mi rimarrà sempre nel cuore. Nelle ultime due stagioni ho giocato molto spesso centro, e devo dire che non è per nulla un ruolo noioso. Occorrono meno velocità ed esplosività, ma l’impatto fisico è importante e ci si diverte molto. Credo che sia il ruolo che meglio si adatti alle mie caratteristiche e all’età.
Tornando alla nuova stagione, ormai imminente, come vedi gli equilibri tra voi giocatori?
Come detto, i nuovi arrivi portano aria fresca, idee, prospettive, professionalità e stimolo per noi veterani e soprattutto per i più giovani. Credo che il punto di ripartenza siano proprio i ragazzi che arrivano dalle giovanili e comunque con pochi anni di esperienza. Hanno un’occasione straordinaria di crescita. Lancio loro un messaggio: non devono assolutamente credere che non ci sia posto per loro in squadra. Il campionato sarà lungo e logorante, e per chi si farà trovare fisicamente e mentalmente pronto, il posto ci sarà eccome. Sono situazioni queste, lo dico per esperienza, grazie all’innesto di atleti di livello, dove tutti crescono, giocano meglio e con più determinazione.
Dunque, una stagione di crescita e successi?
Nel girone ritroveremo squadre che conosciamo e altre, tra neopromosse o retrocesse dalla A, che sono totalmente un’incognita. Noi daremo il nostro meglio, individualmente e come gruppo. Di sicuro, ci sarà da divertirci!
(AM)