Il pilone Jacopo Fiume al Bologna

12 Luglio 2023

(12 luglio 2023) Arriva dal Rugby Parma il pilone Jacopo Fiume, 30 anni, con una già lunga esperienza in Top 10 e Serie A.
Un metro e 83 per 122 chili, Fiume è originario di Castellamare di Stabia (Na), anche se fin da bambino vive a Reggio Emilia dove è cresciuto come atleta e rugbista.

Come sei arrivato al rugby?
Da piccolo ero affascinato dal basket, sport che ho praticato e, arrivato a Reggio con la mia famiglia, ho alternato la pallacanestro al calcio, che era poi l’unico sport che potevo fare vicino a casa. A 16 anni a scuola ho conosciuto il rugby e così ho provato. Mi è piaciuto subito.

E poi?
Non ho più smesso. A Reggio Emilia ho fatto tutti i passaggi, dalle giovanili alle serie B e A, fino al massimo campionato (Eccellenza e Top 10), nel quale ho giocato fino al 2018.

Non male per aver iniziato così tardi. Sei un esperto di promozioni dunque.
Credo di sì, in effetti è successo anche a Colorno e Parma, dove ho giocato negli ultimi quattro anni. A Colorno ho vissuto la promozione dalla A al Top 10, e a Parma dalla B alla A.

E ora arrivi a Bologna. Motivazioni?
Diverse. Lavorando, negli ultimi anni non riuscivo più a garantire la presenza che richiede un campionato della massima serie. Bologna è una buona soluzione. So che punta alla serie A e questo mi stimola molto. Una nuova sfida. E poi mi hanno convinto i miei compagni del Parma, passati al Bologna, coi quali avevo giocato anche a Reggio: Andrea Balsemin e Arturo Lanzano.

Sono gli unici che conosci e che troverai in squadra nella prossima stagione?
No, so che ci sarà anche Federico Silvestri, con il quale sono “cresciuto”. Siamo dello stesso anno, e abbiamo giocato insieme tante stagioni, dalle selezioni regionali al Reggio Emila, sono contento di ritrovarlo.

Una bella coppia in prima linea. Tu pilone destro e lui tallonatore. In quale ruolo ti senti più a tuo agio?
Pilone destro. Non ho dubbi. Per una stagione a Reggio ho giocato anche tallonatore, ma pilone destro è il mio ruolo preferito.

Anche Arturo Lanzano gioca pilone destro. Una sovrapposizione?
No. A parte che Arturo nasce come pilone sinistro, anche se ultimamente ha giocato destro, avere un ricambio di pari livello durante le partite e nella stagione nello stesso ruolo è un grande vantaggio. E’ raro che un pilone riesca a giocare 80 minuti senza cambi, mantenendo la stessa intensità.

Torniamo agli obiettivi. Serie A dunque?
Certo, anche se so che non sarà facile. I campionati sono sempre più combattuti. Con un solo posto buono per la promozione non bisogna mai mollare. Anche con il più piccolo passo falso si rischia di rimanere indietro. Penso al Parma quest’anno. Eravamo partiti bene, sempre a ridosso del vertice. Poi perdi una o due partite, anche di poco, e addio ai sogni di promozione. Dobbiamo vincerle tutte!

Lo spirito di competizione non ti manca. Quali sono le tue caratteristiche in campo?
Difesa, mischia chiusa… anche se credo che la mia migliore qualità sia la lucidità mentale, la visione del gioco. Essere riuscito a giocare per molti anni ad alto livello – nel massimo campionato – (a volte mi  chiedo come ho fatto) credo che dipenda da questo mia capacità di fare spesso la cosa giusta al momento giusto. Difficilmente perdo le staffe. Dopotutto, visto che le doti fisiche non mi aiutano, qualcosa dovevo pure inventare per stare al livello dei migliori.

A vederti sprizzi di “solidità”, quale rugby ti piace di più?
Il rugby moderno. Senza dubbi. Mi piace il rugby veloce, con gli uomini di mischia che corrono, avanzano, guadagnano palloni. So che il Bologna, con Brolis, ha questa visione.
In passato mi sono capitati allenatori che amavano il gioco chiuso, insistevano con continue maul, ruck, mai un’apertura. Guadagnare terreno un metro alla volta. E’ un rugby superato.

Un rugby moderno dunque, giovane?
Sì, con Raffaele Capone, tra l’altro, abbiamo parlato anche di una mia eventuale disponibilità per insegnare ai giovani. Balsemin mi ha detto che ci sono ottimi atleti juniores o che quest’anno arrivano in prima squadra. E’ positivo che una società che punta alla A abbia un buon settore giovanile. Ho dato la mia disponibilità come atleta, poi vedremo con il coach quale potrà essere il mio contributo anche nel far crescere i ragazzi con meno esperienza. Intanto oggi li conosco. Primo allenamento con il Bologna. Non vedo l’ora d’iniziare.

(AM)