Andrea Nervuti sul Corriere dello Sport / Stadio del 17 dicembre 2022
Capone, vice presidente del Bologna Rugby Club tra qualche rimpianto e voglia di riscatto: «Persi punti per strada, la sosta servirà per ricaricare le batterie»
Sei vittorie conquistate nelle nove partite sin qui disputate. 29 punti raccolti sui potenziali 45 totali, ma soprattutto tre sconfitte nei tre scontri diretti con le più accreditate concorrenti del Girone 2, ovvero Modena, Firenze e Viadana.
Una prima parte di campionato altalenante, dunque, che ha visto i rossoblù regalare sprazzi di grande rugby come nel caso del blitz in terra marchigiana contro l’ostico Jesi («I migliori 50 minuti da quando sono sulla panchina del Bologna», fu il virgolettato di coach Brolis al termine della gara), salvo poi spegnersi preoccupantemente come accaduto in casa contro Firenze nella débâcle interna di due settimane fa.
Insomma, una discontinuità che l’Emilbanca rischia di pagare a caro prezzo, essendo già costretta ad inseguire il treno di testa dopo appena metà campionato. Approfittando della pausa invernale, quindi, abbiamo deciso di fotografare meglio la situazione in casa felsinea in compagnia di Raffale Capone, ex presidente della Reno e attuale vice presidente del Bologna Rugby Club.
Capone, è soddisfatto di questa prima parte di campionato?
«Sotto certi aspetti direi di sì. Abbiamo fatto cose buone e altre meno. Ovviamente stiamo pagando qualche limite, ma lo sapevamo sin dal principio…».
I punti in classifica, però, sono solo 29 dopo 9 giornate: non le sembrano pochi?
«Onestamente qualche piccolo rimpianto ce l’ho. Penso alla sconfitta in quel di Modena in primis e poi ai due punti di bonus offensivi lasciati per strada contro San Benedetto del Tronto e Cus Siena. Insomma, potevamo tranquillamente essere a quota 33/34 senza aver rubato niente a nessuno».
Come si spiegano prestazioni diametralmente opposte come quella di Jesi e quella contro Firenze?
«Paradossalmente credo siano due cose collegate fra loro. Voglio dire, a Jesi abbiamo avuta una dura battaglia, ma ci siamo portati dietro le scorie fino alla domenica successiva. Contro Firenze, infatti, dopo un primo tempo alla pari, siamo crollati fisicamente e abbiamo perso il confronto».
Modena alla terza giornata, poi il ko con Firenze e più recentemente anche quello con Viadana. Cosa è mancato negli scontri diretti?
«Detto che Viadana ha schierato una squadra nettamente fuori categoria, penso che in generale sia un discorso di leadership. A volte servirebbe qualcosa in più dal punto di vista caratteriale nei momenti di difficoltà».
Adesso una lunghissima pausa: un bene o un male visto il momento che sta attraversando la squadra?
«Sicuramente arriva nel momento giusto. Ci leccheremo le ferite, ci alleneremo sui punti deboli e tenteremo di recuperare qualche infortunato. Non dimentichiamoci che ne abbiamo avuti parecchi e spesso in ruoli chiave».
Al rientro in campo, il 22 di gennaio, la durissima trasferta a domicilio della mina vagante Florentia: sarà già un cosiddetto match da “dentro o fuori”?
«Sarà sicuramente una partita difficile, su un campo ostico, filosoficamente il più “toscano” di tutto il torneo. Perdere vorrebbe dire abbandonare la possibilità di competere fino alla fine, ma i ragazzi vorranno certamente riscattarsi e quella potrebbe essere l’occasione giusta per dimostrare che il Bologna non è ancora tagliato fuori».
A proposito, la scalata verso la Serie A la ritiene ancora possibile?
«Difficile, ma non impossibile. Certo sarebbe un grande sogno, ma in società stiamo lavorando a 360 gradi per alzare quotidianamente il livello del club e i risultati raggiunti dalle nostre formazioni giovanili sono già un bel traguardo di cui andare fieri».
Andrea Nervuti