Andrea Nervuti sul Corriere dello Sport / Stadio del 30 giugno 2022
Il tecnico federale Stefano Raffin analizza la stagione delle compagini ovali del territorio nostrano, dando il giusto risalto al grande campionato del Bologna e alla vittoria dell’Emilia Romagna nel torneo Seven.
La selezione Seven dell’Emilia Romagna che alza il trofeo Under 17 più importante di categoria proprio sul campo di quel Bologna Rugby capace di stupire tutti nel girone lombardo-veneto. Pieve e Ferrara in grado di lottare fino all’ultimo per la promozione in Serie B, con Imola in fase di ricostruzione e pronta a ripartire nuovamente dal britannico Sam Morton. Senza dimenticare il “Giallo Dozza”, la squadra interamente composta dai detenuti del carcere petroniano che continua a fare scuola
in ambito rieducativo all’interno della casa circondariale. Insomma un movimento in salute, che prosegue dritto sulla propria strada nonostante le pesanti cicatrici ereditate dagli ultimi due anni governati dalla pandemia. Un momento che abbiamo
voluto fotografare e analizzare in compagnia del tecnico federale Stefano Raffin.
Raffin, partiamo dal “Memorial Bonori” vinto dall’Under 17 dell’Emilia Romagna proprio sotto le Due Torri…
«Sicuramente un trionfo importante per la nostra realtà, reso ancora più significativo dal grande sforzo organizzativo messo in
campo per realizzare l’evento: con il forfait dell’ultimo minuto da parte del Veneto, infatti, abbiamo dovuto fare di necessità virtù e siamo riusciti a mantenere il format solo schierando due formazioni della nostra regione. Sintomo inequivocabile di voglia e disponibilità da parte di tutti i giovani atleti. Non era scontato e lasciami fare i complimenti anche a chi ha lavorato dietro alle quinte».
Un successo su tutta la linea, dunque, che certifica la grande voglia di rugby.
«Certo. Non dimentichiamoci che questi ragazzi provengono da due anni complicatissimi, sia dal punto di vista sportivo che da quello sociale, avendo perso anche anni di scuola. Si sono allenati duramente per raggiungere questo obiettivo, nonostante le temperature torride di fine giugno. Bene per il trofeo vinto, ma ancora di più per lo spirito di sacrificio e di coesione messo in campo».
A proposito di spirito: il Bologna Rugby ha giocato con grande orgoglio nel raggruppamento 3, arrivando addirittura terzo fra tante superpotenze.
«I rossoblù hanno fatto una grandissima stagione, accarezzando persino la possibilità di conquistare il secondo posto in un girone complicatissimo e con un roster giovanissimo. La società è robusta e sotto c’è una filiera di prospettiva che potrebbe andare a rimpolpare la prima squadra. Insomma, un bell’anno di consolidamento in attesa di gettare le basi per una risalita in Serie A, magari già dal campionato 2022-2023…».
Nell’altro raggruppamento, invece, Parma ha raggiunto la promozione mentre Imola ha incontrato diverse problematiche: che è successo al di là del Santerno?
«Ecco, l’esempio che potrebbe fare da apripista al Bologna è proprio quello del Parma 1931: i ducali avevano precedentemente costruito le fondamenta e poi hanno realizzato la scalata verso la Serie A. Imola, invece, è un discorso
diverso: aveva una rosa cortissima ed è stata costretta a lanciare nella mischia ragazzi con poca esperienza. Hanno riconfermato Sam Morton e dovranno fare tesoro di questa stagione per evitare la retrocessione l’anno prossimo, quando tornerà l’ascensore con la Serie C».
Restiamo in C: come giudica il cammino di Pieve e Ferrara?
«Pieve ha fatto un buon campionato, tenendo presente l’età media dei propri giocatori, mentre Ferrara si è costruita in corsa, con elementi provenienti dall’ambito universitario e dalla cultura rugbistica veneta. Potrebbero essere le due mine vaganti della prossima stagione».
Chiudiamo, infine, con l’immancabile panoramica sul sociale: il “Giallo Dozza” è ormai una certezza e nel penitenziario estense si sta lavorando per formare il “Ferrara 27”.
«Il “Giallo Dozza” è una realtà consolidata e una squadra di Serie C a tutti gli effetti. Ho trovato particolarmente interessante l’amichevole finale con il Bologna Rugby: iniziativa sicuramente da ripetere. Con il ritorno alla normalità, poi, anche la loro missione sociale troverà sicuramente un terreno più fertile sul quale poter lavorare. Viceversa, “Ferrara 27” credo sia ancora in fase embrionale: staremo a vedere e di sicuro saremo pronti a collaborare».