Avrebbe dovuto diventare in breve tempo un gioiello di ultima generazione, con campi tirati a lucido, efficientamento energetico totale e tribune coperte. Invece…
E’ passato oltre un anno e mezzo da quella famosa conferenza stampa tenutasi nella sala “Savonuzzi” di Palazzo D’Accursio, dove l’allora presidente della FIR Alfredo Gavazzi e l’allora Assessore allo Sport del Comune di Bologna Matteo Lepore firmarono l’accordo per trasformare il Bonori in un centro rugbistico federale d’eccellenza. Da quel momento, prima il Covid, poi la sostituzione del primo alla guida del movimento e infine la campagna elettorale del secondo, hanno comprensibilmente rallentato l’iter procedurale. Sì, ma un conto è rallentare le operazioni di ammodernamento, diverso è invece accantonare quasi completamente il progetto. Erba alta nel parco interno e campi da gioco lasciati ardere senza un goccio d’acqua fino a qualche settimana fa. Manutenzione minima, bagni inagibili, tombini ribelli e ovviamente zero tracce di pannelli solari o confortevoli coperture per stampa e tifosi (per la cronaca, sugli spalti ci si squaglia d’estate mentre ci si lava completamente quando piove). Per capire meglio quello che sta succedendo al Centro Sportivo Bonori, dunque, abbiamo chiesto lumi a Francesco Paolini, tra i massimi dirigenti del neonato Bologna Rugby.
PROGETTO IMPORTANTE. «Innanzitutto ci tengo a sottolineare che, grazie a questa unione, siamo riusciti a offrire più impianti alla comunità rugbistica di Bologna e provincia, potendo contare anche sulle strutture presenti alla Barca, a San Lazzaro e in Valsamoggia» attacca Paolini. «È chiaro che per la centralità geografica e per la conformazione di base, il Bonori rappresenta il fulcro a livello impiantistico: ci sono tre campi, una club house di livello, una tribuna da 500 posti, senza dimenticare la funzione di carattere inclusivo che svolge da sempre per la comunità della zona. Per renderlo un importante polo funzionale, abbiamo presentato un piano d’investimento da circa 600.000 euro, un progetto capace di rendere il centro un vero modello, in grado di sostenere le iniziative federali che ovviamente siamo pronti a organizzare.
A questo proposito, il neopresidente della FIR, Marzio Innocenti, verrà a farci visita a settembre per toccare con mano le potenzialità del nostro centro».
IL TEMPO STRINGE. Purtroppo, però, il Bonori continua a vivere una situazione di preoccupante stallo e gli scenari futuri appaiono sempre più foschi. «I tre campi si sono praticamente trasformati in terra battuta, anche se da poco è ripresa l’irrigazione. Inoltre, mancano diverse tipologie di intervento e ci ritroviamo quindi in difficoltà, perché la nuova stagione è sempre più vicina e il quadro non è incoraggiante» conclude l’ex presidente del 1928. «Come recentemente ufficializzato da un comunicato della Federazione, infatti, i campionati inizieranno il 17 ottobre e, al momento, le condizioni non sono ottimali per garantire al meglio l’avvio.
Qualora non dovessero esserci novità imminenti, prenderemo in considerazione il piano B, ovvero quello di cominciare alla Barca o a San Lazzaro, in attesa che la situazione si sblocchi definitivamente».
Andrea Nervuti